Qual è il modo giusto per dire “no” ai propri figli?

Dire sempre di “si” non fa bene ai bambini, perché in questo modo non imparereranno ad affrontare i limiti esterni e a controllarsi

Saper dire anche “no” ai propri figli è una cosa fondamentale per la loro educazione, ma bisogna fare attenzione a come si fa. Si dovrebbe evitare, infatti, di utilizzare modi bruschi e cercare di trasformare questa risposta in qualcosa di costruttivo per i bambini. Vanno sempre riconosciuti i sentimenti e le richieste dei più piccoli, così che possano sentirsi compresi e accettati e quando non si è d’accordo con loro bisognerebbe comunque utilizzare un linguaggio semplice e un tono di voce calmo, spiegando le motivazioni della nostra negazione. Il genitore spesso rinuncia al proprio ruolo educativo per timore di ferire il proprio figlio o di creare un conflitto, ma con i giusti modi, anche le negazioni diventano parte fondamentale del loro sviluppo.

Il modo giusto per dire “no” ai propri figli

Dire sempre di “si” non fa bene ai bambini, perché in questo modo non imparereranno ad affrontare da soli i limiti esterni e a controllarsi. Spesso gli stessi genitori si sentono colpevoli, ma saper dire di “no” può rivelarsi un vantaggio per la crescita dei bambini. È necessario saper trovare un equilibrio utilizzando il linguaggio e il tono adatti. Ecco alcuni consigli per non sbagliare e per smettere di sentirsi in colpa:

Bambini
Bambini | unsplash @HillshireFarm – Mentiscura.com
  • per prima cosa parliamo con nostro figlio in maniera calma e assertiva, per farlo sentire compreso,
  • Chiariamo al bambino che esistono delle regole fondamentali e spieghiamo le eventuali conseguenze se queste non vengono Rispettate. In questo modo lo metteremo nelle condizioni di comprendere da solo cosa fare e cosa evitare per non avere conseguenze negative.
  • Proponi un’alternativa. In questo modo il bambino non avvertirà soltanto un rifiuto ma si sentirà comunque considerato in un’altra scelta che lo coinvolge.
  • Rimanda a più tardi ciò che non si può fare in un determinato momento. Ad esempio, invece di dire semplicemente “no”, prova a rispondere con: “Aiutami con le faccende di casa e poi giocheremo insieme“.
  • Mostra a tuo figlio le conseguenze delle sue azioni e scelte. Spiegagli cosa può provocare quella cosa che vuole fare a tutti i costi.
  • Sii sempre coerente con i tuoi rifiuti.
  • Mostra empatia e comprensione nei confronti dei sentimenti del tuo bambino. Anche se stai dicendo di no, è importante far sentire il bambino ascoltato e rispettato.
  • Sii paziente e mantieni la calma quando dici di no a tuo figlio.
  • Non far sentire in colpa tuo figlio per averti chiesto qualcosa.

L’esperto sostiene che “quell’ansia e quel senso di colpa che proviamo al timore di compromettere un legame così fondamentale attraverso un no, derivano da una matrice infantile che influenza e spesso tiranneggia la nostra competenza conflittuale”. “Le relazioni conflittuali implicano un elemento di separazione, di alterità e distanza, inevitabile conseguenza della fine dell’illusione che sia possibile realizzare un’unità fusionale non conflittuale. […] Dire no significa allora entrare in contatto, riconoscere che oltre a noi esiste anche l’altro. Ma il no è anche conflittuale: sostiene il rapporto e ne accetta le complicazioni, non rinunciandovi neanche in caso di contrasto”.

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