La personalità può cambiare in seguito a un trapianto di organi?

Nel 2000 il neuropsicologo Paul Pearsall raccolse le testimonianze di pazienti che dopo un trapianto di cuore avevano sperimentavano cambiamenti di personalità paralleli a quelli dei loro donatori

È davvero possibile che la personalità di una persona cambi in seguito a un trapianto di organi? Può sembrare una cosa singolare, tuttavia, esistono diverse storie che confermano che questa cosa possa verificarsi veramente. In alcuni casi i trapianti di organi potrebbero causare piccoli cambiamenti di personalità nei riceventi. Molte persone hanno raccontato di aver avvertito cambiamenti di personalità, confermata poi come simile a quella del loro donatore, altri riceventi di organi hanno dichiarato di aver “ricordato” alcuni eventi che non appartenevano alla loro vita ma a quella della persona che aveva donato i propri organi.

In seguito a trapianti di organi possono verificarsi cambiamenti della personalità nei riceventi. Come è possibile? Alcuni studi spiegano che le memorie cellulari immagazzinate al di fuori del cervello possono trasferire informazioni dai donatori di organi ai riceventi.

Cambio di personalità dopo il trapianto di organi

Una delle storie che meglio testimonia la possibilità di un cambio di personalità dopo un trapianto di organi è quella di Claire Sylvia. La donna fu sottoposta a un trapianto cuore-polmore dopo che le fu diagnosticata una rara condizione incurabile chiamata ipertensione polmonare primaria, PPH. Quando i sintomi sono peggiorati il trapianto è diventata l’unica soluzione possibile per sopravvivere. Fortunatamente Claire riuscì a trovare dopo poco tempo un donatore, un ragazzo di 18 anni morto cerebralmente in seguito a un incidente in moto. 

Confusa
Confusa | unsplash @SheriseVanDyk – Mentiscura.it

La storia di Claire

Della storia di Claire si parlò molto nel New England, perché fu la prima persona nel Paese a sottoporsi a un’operazione del genere. Durante un’intervista la donna iniziò a rendersi conto che alcune sue risposte sembravano non rispecchiare la sua personalità. Un giornalista, dopo tre giorni dall’operazione, le chiese: “Claire, ora che hai ricevuto questo miracolo, cosa desideri fare più di ogni altra cosa?“. La sua risposta fu: “A dire il vero, sto morendo dalla voglia di una birra in questo momento“. Claire si sentì subito a disagio per la risposta che aveva dato e rimase sorpresa. Agli occhi degli ascoltatori era sembrata sicuramente una risposta piena di sincerità, ma il dettaglio importante era uno: a lei non piaceva la birra. Claire aveva sviluppato nuovi gusti, oltre alla birra, diceva spesso di desiderare peperoni e crocchette di pollo, cose che prima non mangiava. La donna iniziò quindi a chiedersi se in lei esistessero alcuni tratti della personalità del suo donatore. Anche alcuni tratti del suo carattere erano cambiati. Claire, che si sentiva spesso sola e e insicura, dopo l’operazione diceva di sentirsi più sicura di sé e a volte anche un po’ aggressiva.

Più di due anni dopo il trapianto, Claire conobbe la famiglia del suo donatore, Tim, e in quell’occasione scoprì che i nuovi gusti e i nuovi tratti di personalità che aveva percepito appartenevano a lui. La donna chiese ai parenti se a Tim piacessero i peperoni e le crocchette di pollo e sua sorella rispose: “Stai scherzando? Li amava!”. La storia di Claire venne pubblicata nel 1997.

Altre storie simili furono pubblicate nel 2000 dal neuropsicologo Paul Pearsall, che raccolse le testimonianze di pazienti che dopo un trapianto di cuore avevano sperimentavano cambiamenti di personalità paralleli a quelli dei loro donatori. Alcuni neuroscienziati hanno spiegato che i ricordi potrebbero essere immagazzinati anche negli organi trapiantati.

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