Lo sapevi che esiste un fenomeno opposto al déjà vu? Ecco come si chiama e come funziona

La memoria può giocare brutti scherzi e farci sentire spaesati. Scopriamo tutte le differenze tra il déjà vu e il jamais vu

Avete presente quei momenti in cui vi fermate un attimo e, guardandovi attorno, vi sembra tutto talmente familiare da pensare di aver già vissuto quel momento in una vita passata? Questa sensazione prende il nome di déjà vu.

Eppure, forse vi sarà capitato di provare anche la sensazione opposta: avvertire come estranea un’azione che ripetete quotidianamente e che ormai sapete a memoria. Questa sensazione si chiama jamais vu, ovvero “mai visto”, ed è provocata dal nostro cervello.

Scopriamo di più sul jamais vu e su quali meccanismi mentali si basa la sensazione di familiarità o mancata familiarità legata ad un contesto.

Che cos’è il déjà vu?

Prima di spiegare in cosa consiste il jamais vu è bene dedicare qualche riga a spiegare in cosa consiste il déjà vu e quali aree del cervello lo provocano.

Il déjà vu (già visto) è un’improvvisa sensazione di familiarità legata al contesto in cui ci troviamo, è la sensazione che proviamo quando entriamo in un bar in cui non siamo mai stati ma ci sembra di riconoscerlo, o quando incontriamo uno sconosciuto che ci appare inspiegabilmente familiare. Il dèjà vu capita più spesso del jamais vu, infatti colpisce circa il 60% della popolazione mondiale.

Si tratta di una disfunzione della memoria chiamata paramnesia: un ricordo intrusivo fa breccia nella nostra memoria e ci fa distaccare dalla realtà.

Ecco una definizione scientifica di déjà vu:

“Un’impressione di familiarità improvvisa e irreale, che sopraggiunge su un’esperienza presente, come appartenente ad un indefinito passato.”

Una sorta di sogno ad occhi aperti o stato alterato di coscienza, da cui poi riemergiamo come se nulla fosse e riprendiamo a vivere normalmente. È possibile associare il déjà vu all’effetto slow motion applicato a un video.

Le aree cerebrali implicate sono l’ippocampo (la nostra cassaforte dei ricordi già vissuti) che si connette per errore con la neocorteccia, responsabile della nostra percezione spaziale, facendoci sentire come all’interno di un ricordo.

Che cos’è il jamais vu?

Ora che abbiamo visto cosa succede nel nostro cervello durante un déjà vu, scopriamo cosa capita nel nostro cervello quando viviamo un jamais vu.

Innanzitutto, bisogna sottolineare che si tratta di un’esperienza inquietante perché ciò che reputavamo familiare ci risulta all’improvviso sconosciuto, e può decisamente destabilizzare. Ma da cosa è provocato questo senso di smarrimento? Dalla ripetizione.

L’esperimento decisivo per dimostrare il jamais vu

scrivere con la penna sul foglio
La ripetizione di parole induce il Jamais vu – Unsplash – mentiscura.com

Alcuni scienziati francesi del Laboratorio de Psychologie & NeuroCognition dell’Università di Grenoble, hanno deciso di approfondire questo meccanismo attraverso uno studio basato sulla ripetizione di parole.

A 94 studenti è stato chiesto di scrivere a ripetizione una parola sul foglio il più velocemente possibile, e di fermarsi solo nel caso in cui avessero iniziato a provare una sensazione strana, o qualora le loro mani avessero cominciato a fare male.

I ricercatori hanno chiesto agli studenti di fare lo stesso per ben 12 parole e gli studi hanno evidenziato che il 70% degli studenti tendeva a fermarsi almeno una volta a causa di una strana sensazione decritta come “perdita del controllo della mano” oppure come una “perdita di senso delle parole che stavano scrivendo”.

Più le riscrivevano, più si faceva largo dentro di loro la sensazione che quella parola non avesse più senso e diventasse via via sempre meno familiare, nonostante l’avessero già scritta decine di volte. Altri, provavano una sensazione particolare, come se la mano avesse cominciato a scrivere da sola, contro la loro volontà.

Tutto questo avveniva dopo aver riscritto la parola circa 33 volte di seguito.

Importanti conclusioni per spiegare il jamais vu

I risultati mettono in luce un aspetto interessante della ripetizione: quando ripetiamo molte volte un gesto, possiamo essere colti da un senso di estraneità, come se improvvisamente non ci rendessimo più conto di cosa stiamo facendo, e del suo significato.

Si tratta di un meccanismo di difesa del nostro cervello, che all’ennesima volta in cui ripetiamo un’azione ci dice: “Ok, basta stai esagerando” estraniandosi completamente dall’azione stessa.

Perché il cervello entra in modalità difensiva? Perché l’essere umano non è fatto per ripetere la stessa azione all’infinito, e quando ci troviamo a compierla per un numero eccessivo di volte, è come se il cervello ci chiedesse di estraniarci dalla situazione per valutare se qualcosa non va da un punto di vista esterno e oggettivo.

Normalità o malattia?

donna confusa
Il Jamais vu provoca un senso di confusione e alienazione – Unsplash – mentiscura.com

Sia il déjà vu che il jamais vu non sono sintomi di una malattia mentale, anzi, si verificano in soggetti sani come dei fenomeni collegati alla memoria.

Nonostante sia perfettamente normale vivere momenti simili nella vita, alcune malattie mentali potrebbero favorirne il manifestarsi.

Le patologie che potrebbero aumentare la probabilità che si verifichino déjà vu e jamais vu, sono: amnesia, epilessia, afasia e schizofrenia.

Il jamais vu può manifestarsi come un senso di smarrimento e depersonalizzazione durante una crisi epilettica ma anche in momenti di stato emotivo alterato: ad esempio, nei soggetti che soffrono di ansia, si traduce in una sindrome fobica di depersonalizzazione e ansietà.

In conclusione, possiamo dire che la nostra memoria può giocarci brutti scherzi e spesso dobbiamo fare i conti con un senso di disagio e alienazione dovuti a un suo malfunzionamento o ad un meccanismo di difesa del cervello.

In ogni caso, bisogna mantenere la calma, fare un bel respiro e concentrarsi sui dettagli che ci circondano per tornare a riacquisire il controllo della situazione, senza pensare di essere impazziti all’improvviso o di aver vissuto vite precedenti che tentano di tornare a galla.

Orazio parlava di Hic et nunc, ovvero di qui e ora. L’essere umano però non è bravo in questo gioco, infatti, non riesce a rimanere ancorato unicamente al momento presente e, proprio per questo motivo, la memoria riesce ad alterare la percezione della realtà.

Ora ci rivolgiamo a te: se dovesse capitarti in futuro di vivere un jamais vu, prova a chiudere gli occhi e pensare a dove sei e cosa stai facendo, ti aiuterà a riconnetterti al luogo in cui ti trovi, e a far spegnere il campanello d’allarme azionato nella tua mente.

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