Si può sperimentare questa sensazione quando si è poco produttivi durante le belle giornate, soprattutto se si tende a usare spesso i social media
Quando si resta in casa durante le belle giornate, per scelta o per necessità, può capitare di sentirsi in colpa e di avere l’impressione di star sprecando il proprio tempo. Questa sensazione si chiama sunshine guilt (senso di colpa legato alla luce del sole) e la sperimenta anche chi, pur essendo libero da impegni, non ha la minima voglia di uscire a prendere un po’ di sole. La provano i millenial e, soprattutto, i giovani della generazione Z, e sui social sono sempre più numerose le persone che ne parlano. Come ovvio, è più frequente durante il periodo estivo.
Le cause del sunshine guilt
Il senso di colpa associato al sunshine guilt deriva soprattutto dall’esposizione alle vite degli altri sui social. Vedendo tante persone fuori di casa, intente a godersi passeggiate, gite fuori porta o pomeriggi in piscina, può capitare di sentirsi quasi obbligati a uscire durante le belle giornate, anche se magari si preferirebbe restare tra le mura domestiche a fare altro.
Naturalmente, la sensazione di essere gli unici che passano al chiuso i giorni in cui il cielo è sereno è del tutto fuorviante ed è figlia della tendenza a mostrare su piattaforme come Instagram e TikTok solo le parti più belle e divertenti delle proprie vite, che non sono mai perfette come possono apparire sul display di uno smartphone.
I possibili rimedi
Essendo il sunshine guilt legato ai social, il modo migliore per contrastarlo è staccarsi almeno per qualche ora dalla vita online o quantomeno evitare di scorrere il feed di Instagram e guardare le storie delle persone che si seguono. Inoltre, bisogna tenere a mente che non c’è alcun obbligo di uscire durante le giornate soleggiate ed è possibile godersele anche restando tra le mura domestiche, magari spalancando le tende per lasciare entrare i raggi solari o passando del tempo a leggere sul balcone o sulla terrazza.
Il sunshine guilt è una conseguenza della società moderna
Parlando del fenomeno con l’Huffington Post, la professoressa Emily Hemendinger, che insegna nel reparto di psichiatrica dell’Università del Colorado Anschutz Medical Campus, ha spiegato che il sunshine guilt può causare “senso di colpa, ansia, rimpianti, FOMO (ossia paura di restare esclusi da un’esperienza o da un evento) e, per alcune persone, vergogna”. Qualcuno potrebbe persino sentirsi inutile per essere poco produttivo o perdere tempo durante una bella giornata. È più facile giustificare la propria pigrizia quando fuori c’è brutto tempo, mentre di fronte al sole che splende nel cielo diventa più complicato trovare delle scuse. Ma la verità è che non c’è alcun bisogno di farlo. Passare un pomeriggio soleggiato a poltrire sul divano non è sbagliato e non implica che in futuro si sprecheranno tutte le occasioni per uscire a divertirsi.
La società moderna incentiva i comportamenti produttivi, anche fuori dall’orario lavorativo, però la pigrizia non è ancora un reato e ogni tanto va bene non avere voglia di fare delle attività impegnative. Per evitare il sunshine guilt bisogna imparare a giudicare meno severamente le proprie presunte mancanze e per farlo può essere utile iniziare a scrivere un diario della gratitudine nel quale annotare le belle esperienze che si vivono giorno dopo giorno.