Si dice spesso che siamo (anche) quello che mangiamo. Ecco in che modo il cibo può renderci persone più o meno timide.
La timidezza, anche quando si manifesta nelle forme più acute, fino a sconfinare in disturbi veri e proprio come l’ansia sociale, non è solo questione di indole, carattere, sensibilità personale innata. Dipende anche da cosa (e come e quando) mangiamo. Può sembrare incredibile, ma tant’è: a sostenerlo è un nuovo autorevole studio scientifico. Vediamo cosa c’è dietro.
![timidezza dipende da cosa mangiamo nuovo studio](https://www.mentiscura.com/wp-content/uploads/2024/01/ragazzo-sorride-mano-fronte-cibo-22.1.24-Mentiscura.com_.jpg)
Lo studio in questione, pubblicato di recente sulla rivista accademica Pnas, è stato condotto dal centro Apc Microbiome e dall’University College di Cork, in Irlanda. E getta una nuova interessante luce sull’origine e sul trattamento dell’ansia sociale. I ricercatori hanno scoperto che il microbiota intestinale gioca un ruolo ben preciso nella trasmissione di tale disturbo. In altre parole, batteri, virus, germi, funghi e altri microrganismi presenti in quello che è considerato il nostro “secondo cervello” impattano direttamente sia sui neuroni, sia sulle emozioni.
Dimmi cosa mangi e ti dirò quanto timido sei
Nel corso della loro indagine, i ricercatori hanno trapiantato il microbiota di sei persone affette da ansia sociale in cavie sane. Il cambiamento è stato subito evidente: gli animali hanno cominciato a manifestare segni evidenti di fobia sociale, mostrando una maggiore sensibilità nelle interazioni con gli altri simili, e persino cambiamenti a livello cerebrale e immunitario. Osservando e analizzando questi comportamenti, gli studiosi sono giunti alla conclusione che i microorganismi intestinali svolgerebbero una funzione tutt’altro che secondaria rispetto alle reazioni generate dalla paura che caratterizza il disturbo d’ansia sociale.
![ansia sociale dovuta anche dal cibo](https://www.mentiscura.com/wp-content/uploads/2024/01/donna-mani-occhi-22.1.24-Mentiscura.com_.jpg)
Come ha spiegato il Prof. John F. Cryan dell’University College Cork, il disturbo di ansia sociale è un problema sempre più diffuso tra la popolazione umana, per cui è fondamentale esplorare nuovi trattamenti per gestirlo. La scoperta di un legame tra il microbiota e tale condizione di disagio è un passo avanti significativo, in quanto il microbiota rappresenta un potenziale bersaglio terapeutico.
E il Prof. Paul Ross del centro Apc Microbiome ha aggiunto che il disturbo d’ansia sociale può essere una condizione debilitante, e questa nuova scoperta apre nuove possibilità di cura che tengano conto del microbioma con la possibilità di modificarne la composizione per migliorare la salute. Morale della favola: l’assunzione di fermenti lattici, il consumo di fibre alimentari e una dieta personalizzata potrebbero favorire non solo il benessere dell’intestino, ma anche una maggiore serenità nelle relazioni sociali.