Uno specifico tipo di ipocondria sta venendo fuori negli ultimi tempi: alcune persone ne sono affette ma non lo sanno.
Una nuova patologia sempre più psicologicamente invalidante si sta facendo avanti nell’era delle tecnologie intelligenti. Internet è diventato il luogo del TUTTO: qualsiasi tipologia di informazione si stia cercando, la si può trovare nell’enorme calderone. È proprio questa capillarità delle risposte però a preoccupare gli esperti. Su internet si possono trovare risposte semplici, poco approfondite, oppure intere pubblicazioni di ricerca. In entrambi i casi sono consultabili da tutti, senza alcuna forma di esclusione.
La democratizzazione del sapere ha tantissimi pro: oggi informarsi è davvero facile, anche per fare informazione la strada è più semplice, la gran parte delle notizie e delle curiosità più strabilianti è già presente sul web, basta solo imparare a fare le giuste ricerche. Chi è un bravo navigatore web sa quanto potrebbe essere invalidante stare continuamente a ricercare risposte: si potrebbe finire in un circolo vizioso di informazioni ripetute come tormentoni che alla fine porterebbe ad ammalare il pensiero.
Questi sono infatti i rischi dell’eccessiva esposizione all’informazione. Secondo gli esperti, servirebbe più informarsi il giusto, e bene, che informarsi tanto, sempre, continuamente durante il giorno, per poi fare un enorme mix di idee confuse. Le conseguenze di questa nostra iperinformazione le stiamo già subendo: difficile rimanere non informati, ma anche difficile tenersi alla giusta distanza dal bombardamento continuo tra telegiornali, tv, social, Google news e ricerche organiche di internet. Questo problema si è riversato anche dal punto di vista della salute.
Cos’è la Cybercondria e perché è una malattia così invalidante
Un tempo per capire il significato di un sintomo non si poteva far altro che andare dal dottore, ad oggi invece arriva ‘dottor Google’: il motore di ricerca risponde prontamente identificando le possibili problematiche legate a un disturbo momentaneo, spesso facendo ricadere l’utente su risultati di malattie rare e di difficile risoluzione. Nel tempo questo modo di fare ha fatto sì che si sviluppasse una vera patologia: la Cybercondria.
Secondo il Journal of Medical Internet Research, la cybercondria si verifica quando le persone cercano continuamente informazioni sulla salute online o controllano i propri sintomi. Al primo campanello d’allarme che può essere un mal di testa o un qualsiasi fastidio, si tende ad aprire Google per capire di cosa si può trattare e le risposte fanno entrare l’utente in un circolo vizioso infinito, che proprio come agli ipocondriaci, fa convincere gli utenti di avere ogni volta un male incurabile diverso.